venerdì 19 giugno 2009

GLI OCCHI DI LOLA


di Moises Disante

In una scatola si mescola il mio passato di foglie secche e la notte intimorito sento lo sgretolarsi di milioni di denti

La Villa sovraesposta vomita la vergogna dei giorni che mi son perso aspettando brevemente il silenzio del giorno dopo

Gravida di polvere spinge come giovane partoriente sperando che io afferri un respiro ansimante

ma la delicatezza di un battito non trova pace tra i mie capelli ed i colori nascondono alchimie che si svelano solo a pochi

Il disprezzo di un cane incatenato non ammette esitazione perchè Lola ora dorme sotto il peso di una Villa che è scomparsa

delicatamente

impacchettata

All’ombra di un ripostiglio fissa scarafaggi non più metallici e dallo splendore di una serata in giardino anche io mi porto frastornato il ricordo dei soldati

Se la notte non coprisse i nostri passi, avrebbe senso che ora noi uscissimo? Tutto mi dice che un attimo è bastato e che il mio sangue ancora scorre nelle vene dei miei amici

Ma ora dispersi come al vento, i loro desideri in capo al mondo…

dal blog Villa Telesio

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