lunedì 8 giugno 2009

"IO NEL PARLAMENTO EUROPEO NON CI CREDO"


“Io nel parlamento europeo non ci credo, non si occupa di cose concrete”. Non usa mezzi termini Elena Provvisero per descrivere la sua disillusione nei confronti dell’unico organo comunitario elettivo. Siamo a Crocetta, quartiere della I Circoscrizione, prestigiosa zona residenziale. La signora Provvisero è appena uscita dal seggio, si è addirittura portata via una matita, sbadatamente. “Per me sono molto più importanti le amministrative”, taglia corto l’elegante elettrice.

Non la pensa così Elena Tovo, che mentre si dirige verso la propria sezione difende l’importanza del voto comunitario: “Ha una grande rilevanza votare per le europee, perché a Bruxelles si prendono scelte che pesano anche a livello locale”. “Questo senza contare poi il fatto – aggiunge la signora Tovo - che l’europarlamento è l’unico organo democratico del Vecchio Continente e ciò dà al voto un’importanza ancora maggiore”.

Nella sezione di via Cristoforo Colombo l’affluenza sembra costante. Ma il voto alle provinciali non appassiona tutti allo stesso modo. “Per me la Provincia è inutile, avrebbe dovuto essere già da tempo abolita”, afferma deciso un altro elettore “crocettiano”, Paolo Borga, sottolineando allo stesso tempo l’importanza del voto europeo: “L’Ue è vitale a livello economico, con tutte le sovvenzioni e i finanziamenti alle imprese che tengono in vita il tessuto locale. Purtroppo in Italia i politici, ma anche molti elettori, non credono nell’Europa”.

E i tanto chiacchierati giovani? Daniele e Simona confidano nel voto comunitario: “L’europarlamento rappresenta una realtà che va ben oltre quella italiana. Qui da noi, soprattutto per colpa del sistema dell’informazione, opera una sorta di censura preventiva. In Europa invece, come nel resto del mondo, c’è più libertà di critica. Dunque è importante il voto europeo per dare sempre più potere all’organo comunitario”. Ma i politici italiani sembrano andare in un’altra direzione: “Si occupano solo di quello che gli fa comodo”, tagliano corto i due ragazzi “italo scettici”.

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