
di Alessia Cerantola
“Il 1989 è uno spartiacque per la storia della Cina e il momento in cui la gente ha smesso di avere interesse per la politica e la rivoluzione. Dal 1990 la cosa importante è diventata fare soldi”. Con queste parole lo scrittore cinese Yu Hua aveva parlato durante la Fiera Internazionale del libro di Torino quanto successo a piazza Tienanmen. “Vent’anni – ha aggiunto – è il tempo necessario per poter scrivere di un fatto del genere, cui ho assistito in prima persona”. E lui l’ha fatto in un articolo pubblicato dal New York Times
Oggi è ricorre il ventesimo anniversario della strage avvenuta a Pechino, e su cui il governo cinese non ha ancora fatto chiarezza. Anzi. L’esercito ha militarizzato la piazza, la censura colpisce importanti strumenti di informazione moderna: dalla stampa, interna ed estera, alla rete. Blog, social network e community sono sotto controllo.
Per protestare contro il governo cinese, ieri sera un gruppo di dirigenti e militanti dei Radicali di Torino, si è riunito a piazza Castello per chiedere “democrazia per la Cina e autonomia per il Tibet”. I manifestanti si son stesi sulla piazza con fiaccole accese e cartelloni per mimare i corpi dei giovani uccisi a Pechino. Un’iniziativa per dare voce a una strage ancora taciuta.
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