
di Matteo Zola
Il 25 giugno del 1984 a Parigi moriva Michel Focault, per complicanze legate degli effetti immuno-soppressivi della sindrome da HIV. Fu filosofo e letterato, indagatore della storia della follia e censore del potere, studioso della sessualità e archeologo del sapere, pioniere della biopolitica e intellettuale impegnato nell’affermazione dei diritti umani.
A distanza di venticinque anni esatti :Duepunti edizioni pubblica in Italia una vasta selezione dei testi e degli interventi foucaultiani di argomento politico, che con una lucida lungimiranza ci svelano le radici profonde di fenomeni socio-politici appena accennati negli anni ’70 e oggi pienamente maturi. Il volume dal titolo La strategia dell’accerchiamento. Conversazioni e interventi, 1975-1984 (pagine 320; prezzo € 15,00), raccoglie testi del tutto inediti in Italia, pubblicati in Francia nella monumentale silloge dei Dits et Ecrits (Detti e scritti) dai quali emerge la passione civile e l’impegno politico di uno dei massimi filosofi del Novecento.
In questi interventi su giornali e riviste -un vero grande esempio di giornalismo- traspare un acume straordinario nell’analisi della cosiddetta “società disciplinare”, delle trasformazioni del potere e della diffusione sempre più capillare dei dispositivi di controllo e di sicurezza. Ma anche una capacità sorprendente di anticipare temi tuttora attuali come la dipendenza energetica dell’Europa nei confronti della Russia, la questione dei diritti umani, le limitazioni della libertà imposte in nome della lotta al terrorismo (in particolare a proposito della vicenda della Banda Beider-Meinhof, oggi ripresa nell’omonimo film, recentemente candidato all’Oscar), i problemi dei rifugiati e dei migranti.
Foucault conferma così, sul terreno dell’agire politico, di essere un punto di riferimento imprescindibile per comprendere il nostro tempo e offre strumenti teorici preziosi per l’esercizio di una lucida coscienza critica.
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