venerdì 5 giugno 2009

THYSSEN, "GRAVI CARENZE NEI CONTROLLI PUBBLICI"


E’ ripreso ieri in Corte d’Assise il processo Thyssen per l'incendio che il 6 dicembre 2007 uccise sette operai. La testimonianza di Anna Maria Lantermo, attuale direttore del servizio di sicurezza e prevenzione dell’Asl 1 (lo Spresal) ha puntato il dito sulle carenze nei controlli degli organi pubblici di vigilanza: “Un quadro diffuso di criticità, elevati rischi di infortuni, scarsissima pulizia, trascuratezza e poca manutenzione”.

Dopo la tragedia, ha ricordato la Lantermo, i sopralluoghi fecero emergere gravissime lacune non solo alla linea 5, quella andata a fuoco, ma in tutto lo stabilimento torinese. Proprio quelle lacune furono la causa di 116 prescrizioni e di una sanzione di 74mila euro nei confronti dell’azienda tedesca. La presidente della Corte, Maria Iannibelli, si è chiesta se vi fossero stati controlli anche prima del rogo e se erano stati presi provvedimenti. "Della pratica si occupava un altro ufficio dell'Asl - ha spiegato la Lantermo - completamente autonomo rispetto al mio ufficio." Su questo aspetto la Procura ha in corso degli accertamenti, e le carte relative alle verifiche Asl prima della tragedia sono da tempo sotto sequestro.

Il dirigente responsabile della prevenzione è oggi in pensione: di accertamenti comunque ne furono fatti, anche perché la fabbrica era considerata “a rischio ambientale”. Il problema è che l'esito non è stato reso noto. L’attuale direttore dello Spresal, la cui divisione interveniva solo in caso di incidente o dopo una denuncia formale, ha sottolineato che dall'estate del 2007 la Thyssen “avrebbe dovuto aggiornare il documento di valutazione dei rischi, ma non lo fece”. Le fotografie mostrate in aula da un collega della Lantermo hanno ulteriormente aggravato la posizione dell’azienda, illustrando le gravi carenze presenti in tutta l’area.

L'ultimo testimone, il dirigente aziendale Sergio Giardinieri, ha ricordato le cifre stanziate dalla ThyssenKrupp Italia per le misure antincendio: 28 milioni fra il 2001 e il 2007. Ma ci deve essere stato un problema nella ripartizione: solo 2 milioni sono infatti arrivati sotto la Mole.

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