venerdì 5 giugno 2009

“L’ISLAM È PARTE DELL’AMERICA”: OBAMA TENDE LA MANO AL MONDO ARABO


“L’Islam è parte dell’America”. Detto da un presidente americano comunque legato a delle radici musulmane, questa frase di Barack Obama, pronunciata nell’aula magna dell’Università Al-Azhar del Cairo, in Egitto, potrebbe simboleggiare l’inizio di una nuova era nei rapporti tra Occidente e mondo arabo. Ma i temi sul piatto sono tanti, e non tutte le parole in politica sono magiche, capaci cioè di dare effettivamente un riscontro reale.

Dalla Palestina occupata all’Iran atomico, passando per i rapporti tra Stati Uniti e Israele: “I nostri legami con Israele sono inattaccabili, ma la situazione dei palestinesi è assolutamente intollerabile”. Parole nuove, che gli arabi non erano abituati ad ascoltare da tanto, troppo tempo. E’la mano tesa verso il “pugno chiuso” dei “nemici” dell’America, da Ahmadinejad ad Hamas: “L’Iran dovrebbe avere accesso al nucleare pacifico, ma deve aderire al Trattato di non-proliferazione”.

Poco prima il presidente della “speranza”, del “yes, we can”, aveva ricordato che anche “loro”, i palestinesi, “possono”. Possono aspirare “alla dignità, all’opportunità e a uno Stato proprio”, poiché oggi vivono in maniera “intollerabile. Parole nuove, uno yankee che “invita” Israele a metter fine ai nuovi insediamenti” e che parla di “stereotipi negativi sull’Islam, che fanno apparire l’Islam ciò che non è”.

Le reazioni arabe al discorso di Obama non sono tardate ad arrivare. Dalla Striscia di Gaza, feudo degli islamisti di Hamas, Taher Nunu, portavoce del governo palestinese democraticamente eletto nel 2006, ha commentato positivamente: “Ci sono segnali di discontinuità rispetto alla politica del suo predecessore George W. Bush. Speriamo sia l’inizio di un cambiamento basilare, basato sul rispetto delle scelte democratiche dei popoli”. Anche il Vaticano ha espresso “apprezzamento” per il discorso pronunciato dal presidente a stelle e strisce: “Un intervento molto importante”, ha sottolineato il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi.

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